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Rotte e frontiere: la strada dell’asino

A partire dal libro, la storia del suo viaggio

Rashid, arrivato in Italia nel 2016 dopo un anno di viaggio, si è reso subito conto della sua necessità di raccontare la sua storia a qualcuno. Nonostante fosse una ferita ancora aperta e ricordare le vicende passate facesse male, ha deciso con poche e semplici parole di rendere noto a tutti il suo trascorso grazie a questo libro. Partendo dal Pakistan, Rashid ripercorre il suo cammino attraverso gli 11 paesi che l’hanno condotto in Italia. Nel testo ci racconta tutte le drammatiche esperienze che ha vissuto nelle varie frontiere asiatiche ed europee, episodi di violenza e cattiveria da parte di trafficanti, polizia e civili. Con un linguaggio adatto a tutti, fa capire quanto la determinazione nell’inseguire i propri sogni e l’istinto di sopravvivenza giochino un ruolo essenziale nella storia di coloro che fuggono da casa per cercare una vita migliore, lontana da maltrattamenti, sfruttamenti e privazioni di diritti umani. 

Le rotte attraverso i vari confini

 

 

Valicando le frontiere di 11 Stati, il giornalista ha vissuto molte esperienze traumatizzanti, che gli hanno lasciato dei ricordi dolorosi e indelebili.

Ricorda amaramente l’attraversata dell’Iran, che gli è costata 25 giorni di cammino e che a suo parere è stata la parte più difficile del viaggio. Qui ha subito ricatti da parte della mafia locale, la quale ha costretto le famiglie di ciascun fuggitivo a mandare denaro in cambio dell’incolumità dei parenti che stavano affrontando il viaggio.

Successivamente ha dovuto oltrepassare la Turchia, viaggio che è durato 15 giorni. Arrivato in Grecia è stato arrestato poiché migrante clandestino e, una volta rilasciato, ha tentato in tre diversi momenti di valicare i confini con la Macedonia, fallendo due volte a causa della polizia di frontiera.

Passata la Macedonia, è arrivato in Serbia dove è stato arrestato nuovamente e non ha avuto la possibilità di dormire per 4 giorni, a causa delle condizioni in cui si trovava.

 

L’ingresso in Ungheria è stato particolarmente pericoloso, perché le forze dell’ordine che stazionavano nella frontiera hanno tentato di sparare contro di lui e i suoi compagni. A seguito di una lunga attesa, durata giorni, sono riusciti ad entrare nel Paese, dove è stato segnalato alla polizia come clandestino mentre si trovava all’interno di un bar. Continuando ad inseguire il suo sogno italiano, ha viaggiato attraverso l’Austria e finalmente è arrivato in Italia, dove ha trovato un aiuto concreto e immediato da parte del sistema d'accoglienza.

La nascita del libro: un racconto per il sociale

La casa editrice Lai-Momo si occupa della promozione dell’intercultura e dell’accoglienza dei rifugiati. Quando la direttrice, Sandra Federici, è venuta a contatto con il testo di Rashid Mirza  e con le opere di Gul Kapoor ha deciso di rendere nota a tutti la drammatica storia di coloro che scappano dal Pakistan. Anche Gul è un rifugiato proveniente dal Pakistan, che ha percorso la “strada dell’asino” proprio come Rashid. Egli ha sempre avuto difficoltà nel parlare della sua esperienza e così, attraverso un laboratorio di pittura espressiva tenuto da Jule, Gul ha saputo raccontare il suo passato e la storia di tanti suoi connazionali attraverso le illustrazioni che troviamo all’interno del libro.

Lo scopo di questo racconto è tutt’altro che commerciale; mira infatti a far conoscere una realtà crudele e più vicina di quanto si creda, di cui poche persone sono al corrente.