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SPRAR: un progetto per l'integrazione dei rifugiati


Una storia decennale

Grazie alla collaborazione tra il  Ministero dell’Interno Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, l’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (UNHCR) , dopo vari esperimenti preparatori nel 1999 e nel 2000, fu creato lo SPRAR- acronimo per “Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati”. Legislativamente parlando, quest’istituzione è stata creata attraverso la legge n. 189/2002, la quale ha designato un ente coordinatore, il “Servizio centrale di informazione, promozione, consulenza, monitoraggio e supporto tecnico agli enti locali”, gestito a sua volta dall’ANCI.  

Come agisce realmente lo SPRAR

Questo ente ha un ruolo chiave nell’aiuto e nel recupero di tutti coloro che provengono da “mondi” ostili e difficili. Difatti non si limita solamente ad offrire un tetto e dei viveri ai richiedenti asilo, bensì si occupa di interventi di “accoglienza integrata”. Ciò significa che permette agli immigrati di inserirsi nel mondo lavorativo italiano, piuttosto che scolastico o dell’istruzione generale, fornisce loro servizio sanitario oppure sostentamenti economici.

Credits photo: exibart

Quanti richiedenti asilo sono arrivati nella nostra città?

Nel corso del 2018, sono stati registrati dati molto significativi, che ci permettono di capire l’importanza dello SPRAR dell’Area Metropolitana di Bologna. Infatti solo nella nostra provincia, sono state accolte 480 persone, tra adulti e minori, grazie alla “prima accoglienza”. Nel corso della “seconda accoglienza”, ben 1048 rifugiati hanno trovato asilo politico qui a Bologna.  

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